Penalty kill

Anche quest’anno, come ormai da triste copione, ho smesso di guardare gli Europei di calcio prima di (molti) altri: la delusione è doppia in quanto l’Inghilterra è stata eliminata ancora una volta ai calci di rigore, oltretutto dall’Italia, cosa che naturalmente ha esposto me e coloro che condividono la mia stessa passione per i Tre Leoni a una valanga di ridicolo fatta di sfottò, insulti e improperi vari. Ma siccome parliamo pur sempre di soccer e ho la fortuna di circondarmi di amici tolleranti, tutto ciò è normale e, in fondo, è giusto che sia così.

Non mi arrampicherò sugli specchi a difesa dell’indifendibile, la qualificazione dell’Italia è indiscutibilmente meritata a livello di gioco e occasioni create nell’arco di tempi regolamentari e overtime, ma ai rigori, si sa, non è detto che la squadra più meritevole alla fine trionfi, anzi direi che è accaduto più spesso il contrario, almeno a leggere la storia della nostra amata Inghilterra dal 1990 in poi. Non ci credete? Eccovi le prove.
Germania- Inghilterra, Semifinale Mondiale 1990
Al 90′ le due squadre sono in parità, 1-1 grazie all’autogol di Parker con successivo pareggio di Lineker. Dopo un clamoroso palo interno di Waddle a metà del secondo tempo supplementare, i rigori condannano gli inglesi (errori di Pierce e dello stesso Waddle).. Lacrime di un ventunenne Gazza e di un undicenne friulano davanti alla tv, che non riesce a capire perchè si emozioni per Gascoigne e non per Schillaci.
Inghilterra-Germania, Semifinale Euro 1996
” Football is coming home ” recitavano i manifesti in giro per la Gran Bretagna, e sembrava davvero la volta buona: Europei in casa, Venables ct, Adams e Seaman, Platt e Ince, Gazza e Shearer, McManaman a predicare calcio e dribbling su quella benedetta fascia sinistra e poi.. di nuovo i tedeschi, di nuovo i rigori. In mezzo altri due pali (Anderton e McManaman) e una marea di occasioni fallite. Segnano tutti, si va ad oltranza: si presenta sul dischetto un giovane molto promettente, Gareth Southgate. Tiro debole e centrale, Koepke para, Moeller non fallisce. Altra beffa, altre lacrime per Gazza e per un diciassettenne friulano che ha capito che potrà veramente tifare solo per questa Nazionale, con gli Usa come occasionale eccezione.
Argentina-Inghilterra, ottavi di finale Mondiali 1998
Mondiali di Francia, agli ottavi i Bianchi ritrovano gli acerrimi rivali sudamericani. Partita che gli argentini tramutano subito in rissa come solo gli argentini sanno fare; l’Inghilterra di Hoddle non sta certo a guardare, ma a farne le spese è il giovane Beckham, espulso per un calcetto di reazione al macellaio Simeone che l’aveva letteralmente massacrato per tutta la partita. L’Inghilterra e il mondo scoprono l’astro nascente Owen, autore di una doppietta. Non basta, purtroppo, si va ai rigori dopo una straordinaria prestazione dei Bianchi, in inferiorità numerica per tutto il secondo tempo e i supplementari. Manco a dirlo, vincono i sudamericani, di David Batty l’errore decisivo. Altra beffa, altre lacrime, perché quando perdi con l’Argentina è sempre un po’ più brutto.
Portogallo-Inghilterra, quarti di finale Europei 2004
Vantaggio inglese dopo pochi minuti con Owen, pareggio lusitano a tre minuti dalla fine con Postiga, bravo a svettare tra JT e Campbell. Si va ai supplementari, e Rui Costa segna a cinque minuti dalla fine. Finita? Siamo inglesi, la resa non è un’opzione: pareggia Lampard quasi all’ultimo secondo utile. 
Ovviamente, calci di rigore: in porta per noi c’è David “Calamity” James, non certo una garanzia. Certe volte, però, portieri non fenomenali si inventano la partita della vita. Non è questo il caso: su sette rigori il Portogallo ne segna sei e uno lo calcia alto. L’Inghilterra ne segna solo cinque, l’errore decisivo, quando si era già a oltranza, è di Darius Vassel, pupillo del coach Eriksson.
Inghilterra-Portogallo, quarti di finale Mondiali 2006
Partita equilibrata, con l’Inghilterra più convincente, fino a quando il teppistello Rooney si fa espellere per un fallo di reazione sul centrale portoghese Ricardo Carvalho, che naturalmente non perde occasione per mostrare il suo grande talento per la recitazione e la commedia dell’arte: sceneggiata napoletana e rosso al bad boy inglese, ovviamente.
Inghilterra di nuovo in dieci, un film già visto: stavolta è Crouch a fallire un comodo appoggio di testa a portiere battuto, a pochi minuti dalla fine dei supplementari. Il finale della storia lo avete già capito: stavolta sbagliano Lampard, Gerrard e Hargreaves, Il Portogallo fallisce due rigori, ma ovviamente per demeriti propri: un palo e un tiro fuori, ovviamente nessuna parata del nostro portiere Robinson. Stavolta a piangere con me è John Terry.
Per tutte queste delusioni, sofferenze, per tutte queste partite in cui non ha vinto chi aveva giocato meglio, chi era stato ingiustamente penalizzato, chi aveva creato di più, per un attimo ho creduto che stavolta, una volta tanto, sarebbe toccato all’Inghilterra lucrare su qualcosa di non del tutto meritato, ma così non è andata. Resta l’orgoglio per una squadra povera di talento, con il miglior uomo evidentemente fuori condizione, ma che ha lottato, si è difesa con ordine, ha fatto tutto ciò che era nelle sue possibilità, avendo anche l’occasione della vita al 90′, disgraziatamente fallita da Rooney.
Nothing to be ashamed of, si riparte da Mr Roy, e dai giovani Leoni da lanciare verso Brazil2014.. ma di questo ne riparleremo.
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