In passeggino all’alba

SANFORD, FLORIDA – Svegliarsi la mattina alle 6.30 per andare a un comizio è qualcosa che nessuno dei tre eroi della squadra #rightnation_ontheorad ha mai fatto in vita sua. Ma qui in Florida si decide di fare un’eccezione per partecipare al comizio finale di Mitt Romney in questo stato. E non perché ci si aspetti un discorso diverso da quelli uditi dal vivo a Tampa e dall’Ohio in tv.

Il punto è che sembra necessario annusare l’aria un’ultima volta prima del voto. Perché la discrepanza tra la percezione che si ha girando la Florida in lungo e in largo e quel che invece raccontano sondaggi, giornali e tv è impressionante (e qui, per carità di patria, si tace della stampa italiana). Stando a quel che semplicemente si vede per strada, il Sunshine State dovrebbe essere pieno appannaggio del candidato del GOP. Obama praticamente non esiste, malgrado rightnation_ontheoroad si sia acquartierata nel bel mezzo dell’Interstate 4 corridor, all’intersezione tra quattro contee swing (Osceola, Organge, Seminole, Lake county) di uno stato swing.

Qui in Florida la battaglia dei giardini e quella degli stickers è tutta a favore di Romney. Era stato così anche in Georgia e in South Carolina. Ma qui si assiste, anche molto platealmente, a qualcosa di più: gli striscioni che tanti protagonisti di small business hanno deciso di mettere in mostra fuori dalle proprie attività. Negozi o piccole imprese che siano. Tutti per Romney, tutti contro Obama. 

Con queste premesse e con questa curiosità si parte all’alba, direzione aeroporto di Orlando, sede del comizio mattutino del candidato repubblicano. Magari, se non proprio un telefono gratuito come va di moda in casa democratica, si riesce a rimediare almeno un donut, una ciambella. La nostra idea infatti è che finiremo a far colazione insieme a qualche centinaio (se tutto va bene) di pensionati. E invece, malgrado l’alzataccia e una puntualità piuttosto insolita per un branco di italiani, arriviamo che l’hangar dell’incontro è già stracolmo. Pieno almeno il doppio del comizio di Tampa.

Mancano ancora 10 minuti alle 8, ora prevista per l’inizio, e dietro di noi c’è ancora tanta gente in fila, biglietto personale e prestampato alla mano, in attesa di passare i metal detector della sicurezza. Né i più alti tra noi, né i ritardatari che ci seguono riusciranno a vedere un bel nulla. Ma grazie a un maxi schermo e a microfoni piuttosto potenti si potrà comunque seguire. Dopo una settimana di comizi, d’altraparte, ormai conosciamo un po’ tutte le sfumature dello show.

Questo comizio ha una popolazione diversa dal primo: è pieno di famiglie. Passeggini a decine, bambini sulle spalle di genitori ma anche in braccio a sconosciuti particolarmente alti e bendisposti a condividere il privilegio di una visione ottimale. Ci sono cartelli cattolici (catholics for Romney), cartelli ispanici (Juntos for Romney), cartelli del movimento giovanile repubblicano e tanti altri. Ma non c’è la sensazione di truppe cammellate.

Abituati alle manifestazioni Made in Italy con pullman e gruppi organizzati, questo è un aspetto che ci colpisce subito, già al momento del parcheggio. Quando arriviamo il primo spazio designato per le auto è completo e veniamo deviati verso un secondo grande prato. A meno che non si tratti di famigliole al completo, le macchine che parcheggiano accanto a noi portano tutte una o al massimo due persone.  Obama e gli ambientalisti direbbero che l’individualismo conservatore impedisce l’astuta usanza del car sharing e che la propensione repubblicana a sprecare benzina provocherà presto una nuova inondazione a Manhattan. Non staremo qua a discuterne, almeno non in questo momento.

Quel che ci interessa notare sono non solo i numeri della grande mobilitazione di questi ultimi giorni (i comizi finali di Romney hanno attirato quest’anno dieci volte più spettatori rispetto a quelli di Obama). Ma anche il tipo di mobilitazione: personale e poco intruppata. Intendiamoci: di certo il partito repubblicano di Orlando avrà mosso tutto quel che poteva e le associazioni vicine ai conservatori avranno fatto un bel passaparola per ottenere un buon finale di campagna elettorale malgrado l’ora antelucana. Ma nulla di tutto quel che vediamo attorno a noi assomiglia lontanamente alle gite italiche della Cgil. Niente pullman insomma, a parte quelli utilizzati come navette che dai parcheggi portano al l’hangar del comizio. Niente panini né salsicce. Niente telefoni e nemmeno una misera, allegra ciambella come premio per l’alzataccia. Ma un po’ di buon umore pre-elettorale, quello si.

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