Serrata forzata
Lo “shutdown” del governo federale statunitense (per la mancata approvazione del budget) ha fermato le attività di appena il 17% delle funzioni dello Stato. Il messaggio che l’amministrazione vuol veicolare è chiaro: “senza il governo vivrete male, se volete che il governo torni a funzionare, dovere premere sui repubblicani perché accettino l’Obamacare”. Tuttavia, nei primi giorni di shutdown il messaggio non è stato affatto colto dagli americani.
A parte i turisti delusi dalla chiusura della Statua della Libertà e dei monumenti nazionali di Washington DC, il mercato, almeno inizialmente, ha ignorato la chiusura governativa. E gli americani hanno dimostrato quanto la loro vita e le loro attività economiche private fossero indipendenti dalla lite sul budget. L’amministrazione Obama ha allora deciso di chiudere forzatamente, non solo i monumenti e i parchi più amati, ma anche i privati. Ora ci troviamo di fronte a una vera serrata del governo, volta a creare danni collaterali più ampi possibili, per scaricare la colpa sui Repubblicani (“colpevoli” di non accettare l’Obamacare) e istigare la rabbia popolare contro di loro. Altrimenti, la serrata continuerà.
Basti qualche esempio, riportato dai media, per capire quale sia la natura di questa inedita serrata governativa. I veterani della Seconda Guerra Mondiale si son visti sbarrare la strada del mausoleo, dove avrebbero avuto il diritto di celebrare i caduti. Visto che, pur avendo una certa età, non hanno perso la loro tempra di soldati, hanno dovuto forzare il passaggio.
“Ci è stato ordinato di rendere la vita più difficile che potevamo ai visitatori, è disgustoso – confida al Times un ranger di guardia. I ranger hanno infatti avuto l’ordine di sbarrare tutte le strade, non solo dei parchi nazionali, ma delle proprietà private che si trovano al loro interno. Hanno chiuso il parcheggio di Mount Vernon, antica residenza di campagna di George Washington, che pure è proprietà privata dell’associazione Mount Vernon Ladies Association.
In North Carolina, i ranger alle dipendenze del governo federale hanno chiuso tutte le vie di accesso ad un hotel, privato, il The Pisgah Inn nei pressi di Asheville. Le strade di approccio attraversano, infatti, un parco nazionale: quindi è partito l’embargo, con buona pace dell’albergatore che fa già i conti con la crisi. Bruce O’Connel, il proprietario, si rifiuta di chiudere e di cedere alle pressioni, affermando come la sua sia una proprietà non dipendente da alcun budget federale.
Nel Wisconsin è lo stesso governatore Scott Walker (repubblicano) a rifiutarsi di implementare gli ordini. I parchi dello stato che amministra sono finanziati principalmente dal contribuente locale, non dal governo federale. Dunque il governo Walker ha fatto sapere, con un comunicato, che i turisti potranno continuare a frequentarli “indipendentemente dal dibattito in corso sul budget federale”.
Warren Meyer, proprietario e presidente della Recreation Resource Management, una compagnia che finanzia e amministra 100 foreste, dichiara alla stampa di aver ricevuto l’ordine “direttamente dalla Casa Bianca” di chiudere tutti i suoi negozi. La sua risposta: “Siamo auto-sufficienti (siamo pienamente coperti dai biglietti di ingresso dei visitatori), non prendiamo fondi dal governo federale, non abbiamo dipendenti pagati dal governo nei nostri siti, paghiamo un affitto al Dipartimento del Tesoro”. In questo caso abbiamo, dunque, un governo che ti prende i soldi e ti ordina chiudere…
Il caso più incredibile si registra in Florida, dove il Servizio Parchi della Baia di Florida, ha deciso di chiudere le porte … all’Oceano. Impedendo a pescherecci e compagnie di navigazione private di prendere il largo. Per verificare il rispetto della serrata, il governo ha investito più risorse in azioni di pattuglia rispetto a quelli normalmente spesi nell’amministrazione ordinaria di quel parco marittimo. L’intento, evidentemente, non è quello di risparmiare in mancanza di fondi federali, ma infliggere più danni possibili. Come in ogni serrata che si rispetti.
Non manca il colpaccio contro la religione, soprattutto quella cattolica: i cappellani militari non possono tenere messa, nemmeno gratis. Solo i preti in divisa possono continuare a farlo, ma i sacerdoti non inquadrati direttamente nell’esercito, che svolgono le loro funzioni religiose nelle caserme, sono assimilati a dipendenti del governo federale. Ed hanno ricevuto l’ordine tassativo di non dir più messa ai soldati. Rischiano la galera, se provano a farlo.
In compenso, il golf club presidenziale è sempre aperto. Così come la residenza estiva di Camp David. Secondo il senatore repubblicano Mike Lee, questa serrata è “Il migliore argomento contro l’Obamacare”, perché gli effetti nefasti dello shutdown sui privati e le istituzioni locali “spiegano perché non dovremmo mai espandere il potere del governo federale, anche sulla nostra salute e sulle nostre scelte personali. Il governo usa e abusa del suo potere, qualunque esso sia, per promuovere i suoi interessi, anche se questi risultano in una punizione per i cittadini americani”.