Tutti i bug del presidente
Avevamo accennato i problemi del sito Healthcare.gov qualche giorno fa. Fiduciosi che tutto sarebbe tornato a posto in poco tempo, così come promesso dal presidente Obama, avevamo deciso di non sottolineare l’imbarazzante figura fatta dall’amministrazione democratica sull’applicazione della nuova legge sull’assistenza sanitaria. L’Affordable Care Act. Purtroppo ci ritroviamo a qualche giorno di distanza con un vero e proprio fallimento tra le mani. Una “figuraccia” che rimbalza in lungo e in largo sui media statunitensi (compresi i talk show liberal in onda nelle serate televisive). Non bastavano le denunce della stampa conservatrice, si sono aggiunti anche i quotidiani mainstream e i siti ironici come The Onion ( che invita a comprare il software dell’Obamacare, distribuito in 35 Floppy Disk) per celebrare questo crack virtuale. Sono in centinaia se non in migliaia le persone che sono rimaste bloccate, tentando di registrarsi sul portale governativo per accedere ad un’assicurazione sanitaria.
I problemi, considerati di facile soluzione in un primo momento, hanno assunto dimensioni e complessità sempre maggiori. Il New York Times riporta che quasi tutto il portale è da ristrutturare e che questi provvedimenti potrebbero richiedere settimane o addirittura mesi per ottenere i risultati sperati. L’amministrazione è corsa ai ripari e, senza badare a spese, ha coinvolto operatori esterni per garantire (troppo tardi) un agile intervento di manutenzione. Per dirla tutta, i tecnici hanno identificato la maggior parte dei principali bug paralizzanti, ma la lentezza della macchina pubblica non sembra permettere una risoluzione tempestiva della seccatura. Si muove, infatti, come un elefante in mezzo a bicchieri di cristallo, in campi in cui una gestione privata avrebbe garantito come minimo più efficienza.
Si inizia a temere che le cose possano andare per le lunghe. E che il termine del primo novembre, fissato in un primo momento dall’amministrazione, non venga rispettato. Alcuni specialisti che lavorano al progetto fanno sapere che il sistema online richiede interventi che non permettono un reboot prima del 15 dicembre, dando la possibilità agli utenti di registrarsi per l’inizio del nuovo anno. I problemi di Healthcare.gov, affermano i tecnici, vanno oltre la mera formazione di un account riservato e molti di loro sostengono che il login è una questione relativamente facile da risolvere. Anzi, che “i problemi di creazione e registrazione di un account mascherano problematiche che sarebbero apparse agli utenti solo in seguito”.
È l’intero sistema che rischia il collasso. Stando a quanto pubblicato dal Nyt, in effetti il sito passa alle assicurazioni dati sbagliati, numeri che provengono dai sistemi delocalizzati nelle varie aree del paese. Tutto ciò vuol dire che anche quelle poche persone che sono riuscite ad acquistare l’assicurazione in realtà non possono disporne. The Centers for Medicare e Medicaid Services, l’agenzia federale incaricata del servizio, non è stata pronta. È a lei che si imputavano le responsabilità maggiori in un primo momento. Aveva tutto il tempo ma ha fallito. Loro si difendono sostenendo che non spetta all’agenzia la messa a punto dei sistemi informatici e che sono stati coinvolti molti “incapaci privi di esperienza”. Insomma, la responsabilità ricade qua e là senza che nessuno prenda in mano le redini della faccenda. Non finisce qui.
Mentre Obama annuncia “un surge-tech” (non si sentiva più parlare di surge dai tempi dell’Afghanistan) per risolvere il problema, arriva una nuova notizia, questa volta dal Washington Post che scopre tutte le carte. In un articolo pubblicato oggi rivela che il Department of Health and Human Services ha testato (insieme al Centers for Medicare e Medicaid Services) il sistema appena prima del lancio, notando gli stessi errori che si sarebbero rivelati successivamente. Si legge che “il sito web dell’assicurazione sanitaria si dimostra fin da subito uno strumento inadatto”. Peccato che il presidente Obama non ha voluto sentire storie.
Cosa è accaduto dopo è cosa nota. Quando il sito Web è andato online il primo ottobre, si è bloccato dopo duemila accessi. Ciò che sconvolge è che nonostante le esortazioni a non proseguire l’operazione, l’amministrazione abbia ordinato di andare avanti. Le ultime rivelazioni dimostrano che la Casa Bianca ha mentito su tutta la linea, imponendo ai cittadini americani un sistema inadeguato per giustificare la perfetta riuscita della riforma sanitaria.
Per tre settimane Obama ha sostenuto che i problemi erano legati alla popolarità travolgente e al traffico web. Ieri, dal giardino delle rose ha confermato che “l’elevatissimo numero di persone che hanno visitato il sito ha aggravato alcuni problemi di fondo”. Ancora menzogne. A quanto pare un vizio che non si cancella con un clic.