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#Hashtag/1
Difficile dire quale sia la causa e quale l’effetto. Quel che è certo è che dibattito in rete e twitter sono due facce della stessa medaglia: quel che è popolare e dibattuto su twitter è (o lo sarà a brevissimo) argomento caldo anche per il resto della rete, Facebook e blog compresi. Esempio tipico di questo schema è stato il caso che ha coinvolto e travolto il deputato Massimo Calearo (eletto Pd, poi Api infine Responsabili). Dopo le sue dichiarazioni alla trasmissione radiofonica “La Zanzara”, il tam tam è partito a colpi di caustici cinguettii giunti al culmine con il #veltroniscusatipercalearo inventato dal giornalista ed esperto di comunicazione web Gennaro Carotenuto (@GenCarotenuto).
In meno di due ore #Calearo è diventato trending topic su Twitter e da lì al www.boicottacalearo.it il passo è stato brevissimo. E proprio sul popolare social network – prima ancora che su giornali e tg – è scattata la corsa alle reazioni del popolo del centrosinistra, big inclusi. Per Debora Serracchiani (@serracchiani) «mai più gente così tra i nostri candidati», mentre Nicola Zingaretti (@nzingaretti) lo definiva «opportunista, egoista e senza ideali». E se Veltroni (@VeltroniWalter) tirato per la giacchetta apostrofava il suo ex capolista in Veneto come «una persona orrenda», taceva misteriosamente l’account dell’attuale segretario Pd (@pbersani) che ha preferito parlare di lavoro e articolo 18.
Tema non di secondo piano se visto con gli occhi dei cosiddetti #esodati, ovvero di quei lavoratori senza occupazione (spesso sulla base di accordi presi con i datori di lavoro) e non ancora in età pensionabile per effetto dell’aumento dell’età di ritiro deciso dalla riforma Fornero. «Esistono gli esodati perché le vecchie regole pensionistiche erano troppo generose, non perché le nuove siano troppo severe» spiega Piercamillo Falasca (@piercamillo) di Libertiamo.it. Ma nel Terzo Polo non tutti la pensano come la webzine di orientamento finiano e l’altolà di Casini (@pierferdinando) è chiaro: «Gli esodati sono un problema troppo serio per parole in libertà soprattutto da chi è membro del Governo. Un po’ di sobrietà per favore!». Sul comportamento dei ministri è sibillino anche Enrico Letta (@enricoletta): «dopo scontro tra Ministeri, si affronti la situazione una volta per tutte. Lo chiediamo da tempo. Tanti aspettano certezze non privilegi». Per Nicola Vaccani (@nicvaccani), invece, «Il problema degli esodati è socialmente dirompente. O il governo Monti trova una soluzione che li tuteli o se ne vada a casa». E proprio in attesa di una soluzione governativa Raffaele Bonanni (@rbonanni1) rilancia annunciando che «il 13 aprile Cgil, Cisl e Uil manifesteranno a sostegno degli esodati».
A finire sotto la lente di ingrandimento dei cinguettatori seriali non è solo il Governo Monti. Anche il suo collega (e amico) David Cameron deve affrontare una divertente campagna twitter scatenatasi contro Downing Street a colpi di hashtag. Qualche giorno fa il governo di Sua Maestà aveva annunciato possibili modifiche alle leggi sulla sicurezza nazionale per permettere a polizia e servizi segreti di monitorare scambi mail e comportamento online di tutti i possibili sospetti residenti nel Regno Unito. La reazione della rete non si è fatta attendere e con la simpatica trovata di #telldaveeverything gli utenti britannici stanno facendo a gara a chi la spara più grossa. «Siccome stai leggendo le mie mail, non è che risponderesti alle più importanti per me?» chiede Incurable Hippie (@incurablehippie) al Primo Ministro. Mentre Marsbard (@marsbard) va oltre: «Caro Dave, questa è la password del mio account: ******. Fai pure con comodo». Richard Gaywood (@PenLlawen) ricorda invece a tutti i grandi vantaggi della cittadinanza britannica: «in automatico ti viene fatto il backup di mail, messaggi Facebook, cronologia web e preferiti. Tutto a casa di Dave». Niente di grave per il governo, ma rischia di trasformarsi in uno scivolone online pericoloso per chi, come Cameron, ha fatto del web uno dei suoi punti di forza.
Ieri mattina molti di voi si saranno svegliati trovando una rassegna stampa ormai già passata di moda. Nessuno dei giornali in edicola, infatti, poteva riportare la notizia della retata di arresti che ha sconvolto (ancora!) il mondo del calcio. Su Twitter i trending topics del giorno si chiamano #Masiello e #calcioscommesse. Marco Pancioni (@gaivao) parte subito proponendo di dare una colonna sonora all’intera vicenda e lancia la sempreverde “Ti Amo campionato” di Elio e le Storie Tese. Più serie le riflessioni di Marco Mezzo (@marcomezz) che si chiede se non sia il caso di sfruttare il clamore mediatico di queste vicende per «ridurre il numero di squadre in serie A» e di Federico Mori (@goodfede) che avverte: «rimango dell’idea che sia difficile per un singolo giocatore far perdere la propria squadra». Per molti, però, la vicenda ha dei risvolti personali e inaspettati: «Il caso Masiello – sentenzia Tommaso Labate (@tommasolabate) de Il Riformista – la dice lunga sui suoi 4 in pagella che l’anno scorso mi costarono l’ultimo posto a fantacalcio». Dopo gli scudetti revocati alla Juve qualche anno fa, potremmo trovarci di fronte ad una nuova ondata di campionati da annullare. Magari solo al Fantacalcio.