Ten questions

GLEN ALLEY, VIRGINIA –  Dieci domande. Sì, come quelle. Ma non su Ruby, non sulle feste, non sulle cene eleganti o i rapporti sessuali con tizio e caio. No, dieci domande come dieci rasoi sulla Libia, Bengasi, i rapporti con la CIA.

Questa cosa di Bengasi è rimasta a lungo sottotraccia e sta emergendo – non esplodendo – lentamente ma inesorabilmente. Non è un rush mediatico degno di quel che meriterebbe questo Bengasi-gate ma rischia di diventare l’argomento principe per orientare gli indecisi.

Barack Obama è davvero un commander in chief in grado di guidare la prima potenza mondiale? L’economia dice di no. E oggi, contro il presidente, ci sono anche queste dieci domande che minano la sua credibilità in politica estera.

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