Filoni

A me diverte davvero questa questione del socialismo liberale, tutta italiana e da qualche settimana tutta friulana. Non si capisce cosa sia perché, al di là della locuzione in sè intrigante, non spiega niente di quel che vuol fare e non dice con chiarezza dove starà. Liberalismo e socialismo sono culture contrapposte e sono destinate ad esserlo qualsiasi cosa dicano gli apprendisti stregoni alle prese con nuove e incredibili alchimie politiche. Da una parte l’esaltazione dell’individuo e delle sue forme di aggregazione (dall’individualismo libertario fino alla Big Society cameroniana), dall’altra il ricorso allo stato, alla spesa pubblica, al prelievo fiscale come strumento per garantire equità sociale. Volete David Cameron? Definitevi conservatori liberali. Volete George W. Bush? Parlate di conservatorismo compassionevole. Volete Sarkozy? Sempre ammesso che abbiate capito di cosa stiamo parlando, provate ad accostare il più americano dei presidenti francesi a Sigonella e vedete cosa ne esce. Altro che socialismo liberale, a questo Pdl e a questo paese serve una nuova forma di liberalismo. Responsabile, solidale, anglosassone. Lo spirito del 1994 era questo: semplice, lineare, facile da interpretare.

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