Il Pd stritolato

Il peggior regalo di Natale per il Partito Democratico si chiama Mirafiori. Le conseguenze della vertenza sindacale sullo stabilimento della Fiat rischiano letteralmente di stritolare il partito che fu a vocazione maggioritaria e la traballante leadership di Pierluigi Bersani.

Cosa pensi il Partito Democratico di questa questione ancora non è chiaro. Da un lato ci sono Chiamparino e Pietro Ichino che, con toni diversi (sono entrambi ex sindacalisti) benedicono l’accordo e aprono al Metodo Marchionne e a nuove intese. Dall’altro Camusso e Cremaschi, che non sono del Partito Democratico ma con quel partito hanno un legame politico evidente. Il Pd non vincerebbe mai senza un asse privilegiato con Cgil e Fiom e la base della sinistra italiana è ancora affascinata dalla mistica e dalla narrativa della lotta di classe permanente. Stessa cosa dicasi per buona parte dei riferimenti intellettuali di Bersani&co.

Una sinistra blairiana, clintoniana, anche obamiana, non avrebbe il minimo dubbio su chi scegliere. Il problema qui è un altro: sono in grado questi dirigenti di fare un salto nel buio e rischiare il tutto per tutto? Probabilmente no. E all’orizzonte si staglia un tal Nichi Vendola: non propriamente un riformista.

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