La morale degli altri

Le donne che Berlusconi si porta in casa ci interessano poco, così come ci interessa quasi nulla delle amanti di questo o quel leader nazionale, della baby sitter di quell’altro, dei viaggi all’estero di quel tale. Fatti loro. C’è un momento, però, in cui tutto questo diventa “pubblico” ed è quando le persone protagoniste di tutto questo girotondo di mutande finiscono in Consiglio Regionale o in Parlamento perché inserite a forza in listini bloccati e decisi a qualche cena riservatissima.

E’ un tema che riguarda Nicole Minetti (e contro di lei già si sono scatenati in molti) ma riguarda l’intero Parlamento Italiano. Per chi scrive non c’è questa grande differenza tra le figurine del Pd (Marianna Madia, Calearo, Colaninno jr) e le veline del Premier che hanno vinto un viaggio di sola andata per Montecitorio. E ancora potremmo stare qui a disquisire su portavoce finiti dritti nel seggio vicino a quello del loro capo o su mogli magicamente passate dalla cucina a una commissione parlamentare.

Il vero problema politico è questo e non le vicende personali del Presidente Berlusconi. Ed è un problema che investe con forza tutti i principali partiti italiani che, mentre il Cavaliere metteva in Parlamento le sue predilette, infarcivano i listini di amici, parenti, collaboratori, amanti. Il giudizio etico o morale lo lasciamo a chi trova la forza e la superbia per alzare il ditino senza accorgersi delle travi che ha negli occhi. Il tema politico è lo stesso e vale per tutti. Berlusconi, Casini, Fini, Bersani: nessuno di loro ha mai posto seriamente il tema delle liste bloccate o ha fatto uno straccio di primarie per superarlo. Nessuno di loro è autorizzato, oggi, a scandalizzarsi e a impartire lezioni di etica pubblica.

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