Agenda Tottenham

Avrei dovuto scrivere un post dal titolo ” Agenda Montevarchi” per spiegarvi come e perché David Cameron è lo straordinario comunicatore che è. Poi diciamo che i London Riots hanno leggermente modificato l’agenda politica d’oltremanica e il post avrebbe avuto un gusto quantomeno surreale.

Delle rivolte londinesi si è detto e scritto moltissimo. Per i Conservatori poteva essere la spallata fatale ad un consenso già barcollante. Scotland Yard è nell’occhio del ciclone da ormai due mesi (poliziotti infedeli, amici di Murdoch, fughe di notizie e, da ultimo, il pasticcio di Tottenham) e il governo nazionale non se la passa benissimo. In tutto questo baillame metteteci pure alcune tensioni tra Boris Johnson (Sindaco di Londra e in corsa per la rielezione) e George Osborne (Cancelliere dello Scacchiere e gran cerimoniere dei conti pubblici) e l’ormai cronica difficoltà dei Liberldemocratici ad accettare di essere la ruota di scorta della maggioranza di governo. Non il miglior scenario possibile.

Il Foglio di ieri ci ha raccontato di una Big Society andata in frantumi sul primo scoglio di tensione sociale. Nelle stesse ore, a Londra, si risvegliava la coscienza civile di una città che ha reagito composta e determinata alla follia omicida islamista e che difficilmente si lascerà intimorire da quattro ragazzetti viziati reinventatisi improvvisamente predoni metropolitani.

Migliaia di persone armate di scope e buona volontà si sono messe a ripulire la città d vetri rotti e senso di sconforto. Come accade in tutte le moderne mobilitazioni, il passaparola è corso su internet al grido, anzi: al tag, di “riot clean-up”. Uomini e donne, inglesi ed immigrati, amici e sconosciuti, si sono ritrovati fianco a fianco per mettere insieme i cocci di una città ferita da una piccola minoranza di teste matte.

La società civile è arrivata là dove lo stato, almeno inizialmente, aveva fallito. Chiamatela come vi pare, ma credo che in inglese di dica Big Society.

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