Orgoglio

I sogni di ogni cenerentola che si rispetti finiscono per infrangersi contro una qualche mezzanotte. Il rintocco che sveglia l’Udinese ha il nome di un impronunciabile portiere dell’Arsenal (Szczesny)  e la velocità di Theo Walcott.  Il primo chiude la saracinesca sul rigore di Totò Di Natale, il secondo infila tutti in contropiede e scrive la parola fine sulla Champions League made in Friuli.

Peccato. Perché all’Emirates Stadium ce l’eravamo giocata con piglio autoritario e peccato perché nella torrida serata del ritorno Di Natale aveva rimesso le cose in pari. Oggettivamente questo Arsenal è più forte di questa Udinese : per storia (15 qualificazioni di fila ai gironi di Champions League), per organico e per abitudine a giocare partite come quella di ieri sera.

Usciamo con negli occhi uno stadio che applaude all’unisono il coro “orgogliosi di voi”. E come dargli torto. Anche se ha perso la scarpetta all’ultimo giro di valzer, questa squadra è una principessa.

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