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Un passo avanti
Non è la manovra perfetta. Non l’hanno scritta Ronald Reagan o Margareth Thatcher e non renderà l’Italia la patria del liberismo applicato. Ma è una manovra migliore della precedente, migliore di quella presentata dal Terzo Polo e migliore anche delle proposte uscite dal Partito Democratico.
E’ una manovra di mediazione, come lo sono tutti i documenti che escono dopo ore di discussioni tra anime diverse di una coalizione. Nel merito e nel metodo, però, alcune cose positive ci sono e vanno ricordate.
Primo: sparisce una misura ideologica come il contributo di solidarietà e sparisce (speriamo definitivamente) l’aumento di un punto dell’iva. Non proprio una genialata in un periodo come questo. Secondo: si toccano le pensioni, vero nodo cruciale su cui dovremmo prima o poi agire per davvero. Questo è il turno di un intervento forse iniquo e non sufficiente, ma certamente è il segnale che si è aperta una crepa nella difesa ad oltranza del sistema previdenziale. C’è poi il tanto discusso articolo 8 in tema di lavoro, che consente alla contrattazione aziendale e territoriale di derogare alle norme nazionali e quindi anche, apriti cielo!, all’articolo 18. E’ un ottimo risultato, passato sotto silenzio ma che invece andrebbe rivendicato come un merito non di secondo piano di questo esecutivo.
Nel metodo il documento finanziario è passato dall’essere tutta farina di Tremonti eterodiretto da forze più o meno oscure ad un testo frutto del contributo della maggioranza politica che sostiene il governo. Il Pdl, finalmente, si è seduto al tavolo delle trattative come dovrebbe fare qualsiasi partito serio, ovvero con una sua delegazione autorevole e che non coincide per forza di cose con la compagine governativa.
Ne guadagna Berlusconi, che potrà pensare più e meglio alla tenuta dell’esecutivo e ne guadagna il centrodestra che finalmente spezza l’identità tra partito e governo e recupera alla dialettica politica la primazia delle scelte. E’ un passo in avanti, magari non risolutivo, ma è meglio che due passi indietro.