Rimbalzo tecnico: risale Monti
Continua, anche questa settimana, la lenta ripresa di Mario Monti e del suo governo. Nell’ultimo sondaggio realizzato da Spincon.it per L’Opinione, il job approval del premier è ancora piuttosto basso (38,5%), ma in crescita dell’1,3%. Mentre quello dell’esecutivo nel suo complesso sale dell’1% e arriva al 35,9%. Se invece prendiamo in considerazione il differenziale tra chi esprime un giudizio “molto positivo” e chi ne esprime uno “molto negativo” (il sondaggista statunitense Scott Rasmussen lo definisce “approval index”), la situazione cambia. E il trend diventa negativo, sia per il governo (che passa dal -27,3% al -28,3%) sia per Monti (che scende dal -21,9% al -24,3). Questa distonia tra job approval e approval index è il sintomo di una “radicalizzazione” dei giudizi sull’operato del governo tecnico, ma anche di un generale recupero di consenso. Prendiamo il caso del premier: cresce il numero di giudizi “molto negativi” (+3,4%), ma contemporaneamente crescono anche quelli “molto positivi” (+1%) e “positivi” (+0,3%) e, soprattutto, diminuiscono quelli “negativi” (-4,7%).
Scomponendo il risultato in base all’orientamento di voto, poi, si scopre che il miglioramento nel job approval di premier e governo è causato in larga parte da un trend positivo tra gli elettori di centrodestra. Trend più accentuato per il governo (+5,5%) rispetto a Monti (+3,9%). Esecutivo (-1,5%) e presidente del consiglio (-1,2%) perdono qualche punto, invece, tra gli elettori del centrosinistra.
Passiamo alle performance dei partiti. Anche questa settimana, il sondaggio di Spincon.it ci restituisce un quadro di estrema frammentazione del panorama politico. Il dato più vistoso, anche se prevedibile, è la “frenata” del Movimento 5 Stelle fondato da Beppe Grillo, in arretramento per la prima volta in molti mesi. I “grillini” perdono lo 0,8% e scendono al 14,8%, ma restano nettamente la terza forza politica del paese. Sul lato destro dello schieramento, continua la copiosa emorragia di consensi del Popolo della libertà, che perde un altro mezzo punto percentuale e si ferma al 18,6%. Recupera un punto decimale, invece, la Lega Nord, che resta però piuttosto debole al 6,8%. Ad avvantggiarsi del calo pidiellino è soprattutto La Destra di Francesco Storace che, dopo il rallentamento della scorsa settimana torna a correre per arrivare addirittura al 4,4%. Perde invece lo 0,4% Grande Sud, che non va oltre lo 0,7%. Per la prima volta, Spincon.it ha inserito nel suo sondaggio sulle intenzioni di voto anche la Fiamma tricolore, che ha raccolto un non trascurabile 0,5%.
Nel Terzo Polo, di fronte ad una lieve flessione dell’Udc (-0,2%), è possibile notare un leggero recupero di Futuro e Libertà, che guadagna lo 0,3% e arriva al 2,6% (un risultato sempre molto lontano dai fasti sondaggistici di qualche mese fa). Più o meno stabili (-0,1%) anche l’Api di Francesco Rutelli e l’Mpa di Raffaele Lombardo allo 0,5%.
Qualche spostamento di voti in più a sinistra. Il Partito democratico perde quasi un punto percentuale (-0,9%) e si ferma al 25,5%. Mentre crescono quasi tutti i potenziali alleati del Pd in una coalizione “classica” di centrosinistra: l’Italia dei Valori intercetta qualche grillino di ritorno e guadagna lo 0,6% per tornare al 4,4%; cresce anche Sinistra Ecologia Libertà (+0,4%), attestandosi al 5,7%; e risalgono anche i Verdi (+0,2%) all’1,4%. Unica formazione in calo, nel centrosinistra, il Partito socialista che perde lo 0,2% e scende all’1%.
Al di fuori delle coalizioni principali, a fronte del calo del Movimento 5 Stelle di cui abbiamo già scritto, migliorano invece le proprie posizioni i Radicali, che sfoderano un ottimo +0,6% e salgono al 2,9%, e la Federazione della Sinistra, che guadagna mezzo punto percentuale e si attesta al 2,9%.
Questa settimana, la “domanda extra” di Spincon.it riguardava i potenziali premier preferiti dagli italiani. La domanda esatta del sondaggio era: «Se alle prossime elezioni politiche potesse scegliere direttamente il capo del governo, a chi darebbe il suo voto?». Seguiva una lista di una cinquantina di nomi, tra uomini politici e personaggi in vista della cosiddetta “società civile”, con la possibilità di “write-in” anche per i nomi assenti dalla lista. Anche in questo caso, com’era prevedibile vista la natura stessa della domanda, dal sondaggio emerge un quadro di estrema frammentazione. La “Top 12” dei politici più votati (e la “Top 8” dei non-politici) è riportata integralmente nella tabella qui a fianco. Ma vale la pena notare come il podio sia occupato da due esponenti del Pd (Pierluigi Bersani all’8.8% e Matteo Renzi al 7,6%) che scavalcano l’attuale premier Mario Monti (6,7%). Tra i politici di centrodestra (molto staccati), Angelino Alfano (4,5%) è invece in vantaggio su Giorgia Meloni (4,2%) e Silvio Berlusconi (3,7%). Inferiore alle aspettative il risultato di Beppe Grillo (2,8%). Quasi sempre i politici conquistano preferenze soltanto dai cittadini che simpatizzano per il loro stesso schieramento, con un’unica vistosa eccezione, quella di Matteo Renzi che raccoglie consensi in maniera pressoché uniforme sia tra gli elettori del Pd (38%) che tra quelli del Pdl (34,6%).
Interessante anche la “classifica” dei non-politici. Tra i primi cinque, che sono raccolti nella spazio di mezzo punto percentuale, prevalgono due “economisti” come Mario Draghi (2,3%) e Oscar Giannino (2,1%). Giannino è anche il primo in classifica tra i personaggi scelti direttamente da chi ha risposto al sondaggio (tra quelli, insomma, non presenti nella lista). Dietro a loro, il sovraesposto (mediaticamente) Roberto Saviano (2%) e due outsider puri come Sergio Marchionne (1,9%) e Giuliano Ferrara (1,7%). Sotto all’1% i primi due rappresentati della magistratura: Piero Grasso (0,9%) e Gianclarlo Caselli (0,8%).