Semplice buonsenso

Se affermi l’ovvio in questo paese c’è il rischio che ti prendano per matto. Renato Brunetta ha detto una cosa banale: perché la Pubblica Amministrazione deve obbligare il cittadino a produrre certificati che lo Stato, a vario titolo, ha già in casa? Credo si tratti di un principio che andrebbe sancito in Costituzione. Perché devo produrre un certificato di regolarità contributiva? Interroga l’INPS e l’INAIL e chiedi se ho pagato. Credo che con un Pc e un collegamento internet si possa fare in dieci minuti. Invece no: file agli sportelli, scadenze da rispettare, rinnovi e proroghe da chiedere. Costi non monetari di uno stato che ormai si è trasformato in una straordinaria forza ostile al ceto produttivo.

Alla sinistra quel che dice Brunetta piace poco. Forse perché lo dice Brunetta o forse perché Brunetta si spinge sempre al limite e cita l’inutilità del certificato antimafia. Stiamo parlando di un fondamentale pilastro della lotta alla malavita organizzata che ha permesso allo Stato, rimanendo alle parole di Giancarlo Galan, di arrestare addirittura un mafioso (uno!) che si era dimenticato dell’entrata in vigore della norma. Date queste premesse, io sono ancora qui a chiedermi cosa stiamo aspettando ad abolire norme che complicano la vita ai cittadini senza alcun beneficio per la collettività.

A meno che complicare la vita alla gente non sia il vero obbiettivo dello stato secondo quelli che oggi iniziano improbabili crociate contro Brunetta e non contro il DURC.

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