Klose castiga Diego

Miroslaw Klose li ha castigati in zona Cesarini e adesso i tifosi della Fiorentina masticano amaro e cominciano a ritirare fuori quella storia un po’ vecchia, ma sempre efficace, della “jella che ci si tira addosso da solo”. Prima di entrare in politica o di tentare di condizionarla dall’esterno, sarà meglio che il noto padrone dellle Tod’s Diego Della Valle faccia i conti con la propria squadra di calcio e soprattutto con i tifosi. Il rapporto con i quali è sempre stato molto difficile, a dispetto dalla massa di soldi investiti negli anni per creare un’equipe ormai degna della Champions. Basti pensare che solo due anni fa esatti, il 24 settembre 2009, il fratello Andrea si dimetteva da ogni carica sociale e dichiarava che “la famiglia è pronta a uscire dalla Fiorentina”.

Poi la frattura, una delle tante, si risanò. Ma un po’ come i laziali con Lotito, i tifosi fiorentini a Della Valle non lo digeriscono. Sensazioni epidermiche, quando parli con la colonia viola di stanza a Roma senti parlare di spocchia, di arroganza e sempre quella storia del “portare sfiga”. Anche se per i tifosi di una squadra che ha la maglia viola tanta superstizione sembra quantomeno fuori luogo. Magari il vero problema sono le dichiarazioni improvvide: solo due settimane orsono sempre il fratello di Mr. Tods, Andrea, dichiarava che  “finchè ci saranno i Della Valle, e Firenze ci vorrà, i tifosi possono stare tranquilli, la Fiorentina sarà in buone mani”.

E in effetti quest’anno la squadra è più che valida, e avrebbe persino meritato di vincere a casa del Napoli. Il sabato prima della partita con la Lazio però ecco le inattese e forse “un po’ inopportune” inserzioni di Diego Della Valle sui maggiori quotidiani italiani. Di fatto i tifosi viola hanno cominciato a toccare ferro e parti intime varie e il commento meno colorito era: “ma quel bischero non poteva aspettare la settimana prossima che si ferma il campionato?”

I Della Valle non sono nemmeno molto amati dalla stampa sportiva, locale e nazionale, sempre a causa di una certa supponenza e arroganza con cui reagiscono alle critiche, calcistiche si intende. E’ nota a tutti gli addetti ai lavori la vicenda di un collaboratore del “Manifesto” cui fu vietata la tribuna stampa (con il pretesto che non aveva la tessera da giornalista professionista) e cui fu inibito ogni biglietto omaggio. Adesso che i preggiori presagi si sono ancora una volta avverati ai danni della Fiorentina e dei suoi tifosi, quello che molti sperano è che la famiglia Della Valle in politica ci entri davvero. Magari un minuto dopo avere abbandonato la Fiorentina.

Certo, un po’ di ingratitudine e l’inverarsi del detto “nemo propheta in patria” sono indubbi in questo tipo di vicende border line tra scaramanzia, calcio e fanta politica. Ma il colpo di testa  di Miroslaw Klose al 40esimo del secondo tempo, dopo una partita passata a sopportare i  fischi del Franchi perché “reo” di avere eliminato un anno orsono, il 17 febbraio 2010, la Fiorentina dalla Champions League con un gol in fuorigioco (come se lo avesse convalidato il calciatore e non l’arbitro), non premia neanche gli ultrà viola. Il cui odio per il tedesco di origine polacche (come la Merkel) non depone a favore dell’intelligenza del tifoso medio fiorentino. Castigato anche lui, alla pari dei Della Valle, dal fortissimo centravanti della nazionale tedesca. E della Lazio.

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