Frana tecnica

Mario Monti continua a perdere il consenso degli italiani. Nell’ultimo sondaggio realizzato da Spincon.it, il job approval del premier scende dal 37,3% della scorsa settimana al 35,9% di oggi (-1,4%), confermando valori estremamente bassi e un trend negativo. Le cose vanno ancora peggio per il governo nel suo complesso: la percentuale di cittadini che esprime un giudizio positivo sull’operato dell’esecutivo crolla dal 35,9% al 31,6% di questa settimana (-4,3%). Se prendiamo in considerazione il differenziale tra chi esprime un giudizio “molto positivo” e chi ne esprime uno “molto negativo” (il sondaggista statunitense Scott Rasmussen definisce questo parametro come”approval index”), Monti scende dal -25,6% al -27,1% (-1,5%). E il trend è negativo anche per il governo, in calo dal -29,5% al -33,0% (-3,5%). Soltanto due italiani su cento esprimono un giudizio “molto positivo” sul governo, mentre chi esprime un giudizio “molto negativo” ha ormai abbondantemente superato un terzo dell’elettorato. Disaggregando il “job approval” del governo in base all’orientamento politico degli intervistati, è interessante notare come il calo nella popolarità di Monti sia distribuito abbastanza omogeneamente su tutto lo spettro politico-ideologico. 

Passiamo ora alla parte del sondaggio di Spincon.it che riguarda le intenzioni di voto per le prossime elezioni politiche. A livello di coalizione, un ipotetico centrodestra (Pdl, Lega, La Destra, Grande Sud e Fiamma tricolore) non andrebbe oggi oltre il 29%, perdendo circa un punto percentuale rispetto alla scorsa settimana. In calo anche un centrosinistra “classico” (Pd, Idv, Sel, Verdi e Psi), raccoglierebbe invece il 37,9% dei consensi (-0,9%). Perde qualche punto decimale (lo 0,3% per la precisione) anche Terzo Polo (Udc, Fli, Api ed Mpa), che si ferma all’8,8%. A guadagnare da questo generalizzato calo di consensi delle formazioni politiche “tradizionali” è soprattutto il Movimento 5 Stelle, che questa settimana raggiunge il risultato più alto mai ottenuto in un sondaggio Spincon.it, con il 17,0% (+2,9%).

Tra gli altri partiti, il sondaggio conferma uno stato di estrema frammentazione del quadro politico, con qualche segno di “risveglio” da parte del Pdl (se si tratti di un reale recupero o di un semplice “rumore statistico”, lo scopriremo nelle prossime settimane). Il Popolo della Libertà passa dal 17,3% al 18,2% (+0,9%), in recupero ma lontanissimo dal risultato raccolto alle elezioni politiche del 2008 (37,3% alla Camera). Restando a destra, ritorna nella spirale di una tendenza al ribasso la Lega Nord, che scende dal 7,7% al 5,9% (-1,8%). Tutto sommato stabile La Destra di Francesco Storace al 4,1% (-0,1%). Sullo stesso livello della scorsa settimana Grande Sud allo 0,5% e Fiamma tricolore allo 0,3%. A sinistra, invece, è rilevante soprattutto la flessione del Partito democratico, che perde l’1,1% rispetto alla scorsa settimana e si ferma al 25,6% (restando comunque nettamente il primo partito italiano). Variegata la situazione negli altri partiti del centrosinistra. L’Italia dei valori resta stabile al 4,4%, mentre scendono risale Sinistra Ecologia Libertà (+0,6% al 5,9%). Calano, poi, sia i Verdi (-0,3% all’1,2%), sia il Partito socialista, che perde un punto decimale e si porta allo 0,8%. Panorama variegato nel Terzo Polo. Calano le due forze minori: Api perde lo 0,2% e arriva allo 0,5%; Mpa passa dallo 0,6% allo 0,4%. Stabile al 5,5% l’Udc di Pier Ferdinando Casini, mentre guadagna un punto decimale Fli, che sale al 2,4%. Chiudiamo con i partiti al di fuori delle coalizioni principali. Del “record” del Movimento 5 Stelle abbiamo già detto. Flessione invece per la Federazione della Sinistra (l’alleanza tra Rifondazione comunista e Comunisti italiani), che perde lo 0,4% e si ferma al 2,3%. Più o meno stabili, su buoni livelli rispetto a quelli registrati da altri istituti di ricerca, i Radicali italiani che restano al 3,0% (-0,1%). Perde un punto decimale anche il Partito Pirata, che resta comunque allo 0,9%.

Questa settimana, le “domande extra” di Spincon.it riguardavano il ruolo di Silvio Berlusconi nel futuro panorama politico. La prima domanda era: «Secondo lei, Silvio Berlusconi dovrebbe lasciare la scena politica o ricandidarsi alla guida del governo?». Sul totale del campione intervistato, il 64,7% crede che il Cavaliere non debba “tornare in campo”, mentre il 6,3% è di parere contrario e il 25,5% crede che Berlusconi debba restare in un ruolo defilato come “padre nobile” della coalizione. Limitandosi a considerare l’elettorato di centrodestra, le percentuali naturalmente cambiano: la maggioranza relativa (il 44,2%) preferisce l’opzione del “padre nobile”, rispetto all’11,7% che vorrebbe un suo impegno diretto e il 41,5% che considera la sua vicenda politica come un capitolo chiuso. 

Una ipotetica “Lista Berlusconi ispirata ai valori del 1994”, infine, secondo Spincon.it raccoglierebbe il 22,1% dei consensi (più della performance odierna del Pdl). Percentuale che sale al 44,5% considerando soltanto l’elettorato di centrodestra.

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