Ore 5 del mattino del 10 novembre 2016. Sul tavolo ci sono un paio di bottiglie di Coca Cola, molti mozziconi di sigaretta (e sigaro), qualche pacco di patatine e un bel po’ di fogli scarabocchiati con conteggi, numeri, valutazioni sui flussi elettorali. È ormai chiaro che Donald Trump ha...
Articolo 21
Andrea Mancia e Simone Bressan
Ci adeguiamo. Senza aver capito. Dal 2006 su queste (e altre) pagine ci siamo divertiti a raccontarvi le “Corse Clandestine”: nomi di cavalli e fantini palesemente inventati (o, al massimo, ispirati al Grand Prix d’Amerique 2001 vinto da Varenne), gare frutto della nostra...
Gilder, il genio sco...
Andrea Mancia e Simone Bressan
È uscito da qualche mese negli Stati Uniti l’ultimo libro di George Gilder, l’autore vivente più citato da Ronald Reagan durante gli otto anni della sua presidenza. “The Scandal of Money. Why Wall Street recovers but the economy never does” (Regnery, 2016) mantiene fede alle promesse del suo sottotitolo – “Perché Wall Street si è ripresa, ma l’economia non ci riesce mai” – ed è la prima attuazione pratica della “teoria dell’informazione applicata all’economia” esposta da Gilder nel suo fenomenale “Knowledge and Power” (2014). “The Scandal of Money” sconvolge ancora una volta paradigmi asfittici e incapaci di spiegare la realtà, senza fare prigionieri. L’economia, secondo Gilder, è un sistema di informazioni, guidato dalla creatività umana, che dipende necessariamente da un sistema affidabile di misurazione del valore (il denaro). Decenni di manipolazione monetaria e di ipertrofia finanziaria – uniti a un sistema di misurazione diventato “variabile” (come quello delle valute sganciate dal sistema aureo) – hanno però schiacciato la classe media e stanno avvelenando gli ultimi pozzi della creatività imprenditoriale.
La bandiera del fusi...
Andrea Mancia e Simone Bressan
«Nel 1945 scrive George N. Nash in The Conservative Intellectual Movement in America non esiste alcuna forza intellettuale conservatrice in America che sia coordinata e cosciente di sé, ma solo voci di protesta isolate e profondamente pessimiste sul futuro del Paese. Non si può ancora parlare...
Attento, il tuo frig...
Andrea Mancia e Simone Bressan
Facebook, per stessa ammissione del suo fondatore, è nata “per connettere le persone di tutto il mondo”: una rivoluzione che ha permesso a milioni di persone di condividere, praticamente a costo zero, contenuti di ogni tipo, a ogni ora del giorno e con qualsiasi persona dotata di semplice...
Sala: la reazione è ...
Andrea Mancia e Simone Bressan
Non ci fosse stato l’arresto di Raffaele Marra, ieri, i giornalisti avrebbero passato la loro giornata a interrogare esperti di diritto sull’istituto dell’auto-sospensione. Soltanto (per ora) sfiorato da un’inchiesta che riguarda l’Esposizione Universale, infatti, Giuseppe Sala ha scelto...
Un patto per tutelare la libertà di Internet
Andrea Mancia e Simone Bressan
È il 1996 e siamo a Davos, in Svizzera, sede dell’annuale summit del World Economic Forum. Tra gli invitati di quest’anno ci sono anche importanti esponenti del mondo della cosiddetta Information Technology, come Michael Bloomberg e il fondatore di Microsoft Bill Gates. Il tema della rete inizia a fare capolino tra i grandi dell’economia mondiale. E, proprio in questi giorni, Bill Clinton sta maturando la decisione di firmare il “Communications Decency Act”, che consegna ad un’autorità federale il potere di censurare la trasmissione online di contenuti ritenuti “osceni”, mutuando in tutto e per tutto la disciplina regolatoria applicata alle...
Le parole che non vi abbiamo detto
Andrea Mancia e Simone Bressan
Al netto delle fredde analisi sui numeri, queste, sono le prime righe che scriviamo dopo che il ciclone Trump ha travolto editorialisti, analisti, sondaggisti e, soprattutto, Hillary Clinton. La vittoria di The Donald non era stata pronosticata nemmeno qui, dove solitamente tendiamo a diffidare da quel che dicono i mainstream media. E proprio per questo, soprattutto per i tanti che ci conoscono e i pochi che ci leggono, è giusto partire dalle scuse. Nonostante pensassimo di aver ormai maturato solidi anti-corpi contro il pensiero dominante, anche noi ci siamo fatti condizionare dalla mole gigantesca di motivi per cui Donald Trump non...
10 fatti in ordine sparso sulle elezioni americane
Andrea Mancia e Simone Bressan
1) Dimenticatevi la favoletta degli “stati rossi” contro gli “stati blu”. Con uno degli elettorati più polarizzati della storia degli Stati Uniti, la vera linea di demarcazione è stata – come sempre negli ultimi decenni – tra le aree densamente urbanizzate e tutto il resto della nazione (sobborghi, città di piccola e media grandezza, aree rurali). Nelle metropoli, Hillary R. Clinton ha dominato (+72,5 nei confronti di Donald J. Trump). Fuori dalle metropoli, è stata dominata (con percentuali a favore di Trump che oscillano dal +84,6% nelle contee rurali al +49,3% dei sobborghi). 2) Le...
YouTube e censura
Andrea Mancia e Simone Bressan
“YouTube sta chiudendo il mio canale. E io non so cosa fare”. L’allarme lanciato qualche settimana fa da Philip DeFranco, che ha riportato alla ribalta le accuse di censura contro il colosso dello streaming video (comprato da Google ormai un decennio fa), ha rapidamente fatto il giro del web....
Usa 2016: Dibattito2
Andrea Mancia e Simone Bressan
Doppio commento incrociato sul secondo dibattito televisivo tra Donald Trump e Hillary Rodham Clinton. Per Andrea ha stravinto Trump. Per Simone, dopo un inizio difficile, The Donald ha almeno evitato di affogare.
Spazio, ultima frontiera (americana)
Andrea Mancia e Simone Bressan
Il 12 luglio del 1893, a Chicago, Frederick J. Turner introduce nell’immaginario collettivo un’originale spiegazione che giustificherebbe, in tutto o in parte, l’eccezionalismo americano. Nasce così il tema della “frontiera americana”, argomento che ha fatto le fortune di politici, storici, sociologi di ogni età e provenienza. Secondo Turner i primi coloni che si stabilirono nella costa est degli attuati Stati Uniti, erano a tutti gli effetti europei: per origine, cultura, senso delle istituzioni. La presenza a Ovest di terre potenzialmente coltivabili e di un continente da conquistare e costruire ha conferito agli americani quelle...
La castrazione collettiva dell’Occidente
Andrea Mancia e Simone Bressan
«Che diavolo è successo agli MTV Music Awards? Niente di inquietante o scioccante, nessuna Miley Cyrus strafatta che insulta Nicki Minaj sul palco, nessun tipo di provocazione e dunque nessun attimo di divertimento. Tutti invece, sono andati d’amore e d’accordo nel celebrare quel tipo di falsa inclusività politicamente corretta che ormai è diventata terribilmente noiosa e che, probabilmente, è la causa del vertiginoso crollo dei telespettatori che ha colpito lo show». A Bret Easton Ellis, lo scrittore americano autore (tra l’altro) di “Less Than Zero” e “American Psycho”, l’edizione 2016 dei Video Music Awards, organizzata lo scorso 29...
Usa2016: dibattito 1
Andrea Mancia e Simone Bressan
Doppio commento incrociato sul primo dibattito televisivo tra Donald Trump e Hillary Rodham Clinton. Andrea si rammarica per le occasioni sprecate da The Donald, ma crede che ci sia ancora tempo. Per Simone è stato un pareggio fuori casa per Hillary.
Make Centrodestra Great Again
Andrea Mancia e Simone Bressan
Nel suo primo discorso pubblico, presentando la propria candidatura a Sindaco di Milano, Stefano Parisi ha affrontato il tema della convivenza, sotto una stessa tenda, di segmenti ideologici che a prima vista sembrano destinati a litigare ancora a lungo. Liberali e destra sociale, globalisti e localisti, internettiani e politici old style: Parisi ha definito il suo tentativo come quello di tenere insieme le tante buone ragioni che animano questi pezzi di società. Un approccio molto simile a quello del nostro grande riferimento ideologico, quel Frank Meyer che riuscì a riunire con approccio fusionista la destra americana e a riscontrare un...
Politicamente corretto e sviluppo scientifico
Andrea Mancia e Simone Bressan
Essere “politicamente corretti” danneggia lo sviluppo scientifico. È questa, in estrema sintesi, la tesi sostenuta in un saggio (Science is not always “Self-Correcting”) scritto da Nathan Confnas e pubblicato dalla rivista americana Foundations of Science. L’autore è nato e cresciuto a New York, si definisce un «ebreo liberal dell’Upper West Side» e ha studiato filosofia alla Columbia University. Attualmente è l’unico dottore di ricerca del Dipartimento di Filosofia dell’Università di Lignan, a Honk Kong. Non ha proprio il physique du rôle del conservatore duro e puro, insomma, ma quello che scrive manderà di traverso più di qualche...
I ribelli della Silicon Valley
Andrea Mancia e Simone Bressan
Siamo nella Silicon Valley, la fetta meridionale della Baia di San Francisco che – dagli Anni Settanta – è diventata l’epicentro mondiale del libero mercato e della globalizzazione. Qui regna il potere di quella che Joseph Schumpeter chiamava “distruzione creativa”, fonte di ogni rivoluzione tecnologica e motore inesauribile della crescita economica. Un luogo perfetto, almeno in teoria, per visionari stravaganti e capitalisti con gli attributi. Un posto molto pericoloso, in realtà, per chi ha idee differenti da quelle – rigorosamente progressiste – della maggioranza. Politicamente, la deriva sinistra della Silicon Valley è un fenomeno...
Toffler, l’umanista che vedeva il futuro
Andrea Mancia e Simone Bressan
Operaio, poeta, giornalista, consulente, futurologo, guru. Sono stati 87 anni intensi, quelli che hanno scandito la vita di Alvin Toffler, il futurologo più celebre e influente della propria generazione, morto alla fine di giugno nella sua casa di Los Angeles. Nato a Brooklyn nel 1928, da genitori ebrei polacchi, Toffler si laurea nel 1950 in Letteratura inglese alla New York University. È lì che conosce la moglie, Heidi, che sarebbe stata al suo fianco per tutta la vita, anche professionalmente. Uscito dal college, si trasferisce a Cleveland e inizia a lavorare in fabbrica come operaio. Di giorno fa il saldatore, di notte compone poesie....