Mettiamo subito le cose in chiaro. Questo è uno scenario estremamente favorevole per Trump e presuppone una serie di ipotesi non dimostrabili (se non dopo il voto). 1) Che i sondaggi (soprattutto quelli “statali”) siano strutturalmente deviati a favore del candidato democratico. La motivazione cercatela voi. Bias? Shy Trump voters? TDS (Trump Derangement Syndrome) galoppante? Una combinazione di tutti questi fattori? C’è solo l’imbarazzo della scelta. 2) Che Biden sia in grado di ricostruire, almeno parzialmente, il “blue wall” del Midwest. 3) Che la performance di Trump con i latinos (Florida) e con gli...
Usa 2020. Previsione n. 2
Nei prossimi giorni: previsione finale e analisi.
Niente di nuovo sul fronte occidentale
“In a week, the only thing the general public will remember about the debate is that Trump dominated Biden in a bullshit contest”. Il commento più sensato al primo dibattito tv tra Trump e Biden è probabilmente quello affidato a un tweet da Scott Adams, il geniale creatore di Dilbert che – nel 2016 – fu uno dei primi a comprendere il potenziale elettorale dell’attuale inquilino della Casa Bianca. Gli instant poll e i sondaggi dei mainstream media, naturalmente, hanno decretato Biden come l’indiscusso vincitore della sfida. Ne dubitavate? E il “consenso generale” è che il tono del dibattito sia stato una “disgrazia nazionale”. La pensa così...
Usa 2020. Previsione n. 1
Me l’avete chiesto in molti, negli ultimi giorni. E forse è davvero arrivato il momento di esporsi al pubblico ludìbrio. A 52 giorni dalle elezioni, ecco la mia (prima) previsione sull’esito delle elezioni presidenziali Usa. Non si tratta, per ora, di una mappa definitiva. Gli stati in bilico (toss-up) sono ancora una decina. Ma nei prossimi giorni molti di questi stati passeranno definitivamente da un lato o l’altro della barricata. Almeno 3 o 4, infatti, sono toss-up molto forzati, perché uno dei due candidati è decisamente favorito. Ma rimandiamo gli spostamenti alla prossima settimana. E tenete conto che, anche se qualche volta ci ho...
Trump 2020: perché sì
Premessa: a differenza di Simone, io non sono affatto convinto che Donald Trump sia il favorito alle Presidenziali Usa di novembre. Sono un po’ meno pessimista di qualche mese fa, ma in linea di massima gli concedo una possibilità di vittoria su tre: qualche punto percentuale in più rispetto al modello elaborato da Nate Silver per FiveThirtyEight. Vista la mia (disastrosa, anche se non solitaria) performance predittiva del 2016, questo può essere interpretato come un buon segno dai trumpiani di tutto il pianeta. Io, però, trumpiano non lo sono mai stato. Troppi dubbi sul suo passato politico, troppe incertezze sulle sue posizioni sul libero...
The Road to Milwauke...
Grazie allo sforzo massiccio e coordinato dell’intero establishment democratico (oltre che alla ridicola inadeguatezza di Michael Bloomberg), Joe Biden esce dal coma giusto in tempo per il SuperTuesday. E scavalca Bernie Sanders nella corsa alla nomination, vincendo non solo negli stati...
Popper e il paradoss...
In Italia non si è mai sentito citare il “paradosso della tolleranza” di Karl R. Popper tanto spesso come negli ultimi mesi. Prima da chi invocava i caschi blu delle Nazioni Unite contro il ritorno imminente del regime fascista in Italia. Poi da chi ha difeso la decisione, da parte di...
Fakebook/2
Il proverbiale “vaso di Pandora” è stato scoperchiato. E ora sul “caso Facebook” è tutto un rincorrersi di analisi, iniziative politiche e indignazione social. Ma facciamo un passo indietro. Prima sono arrivate le rivelazioni del sito Gizmodo che, grazie alla soffiata di un ex dipendente...
Fakebook
Su Facebook vengono «regolarmente soppresse» dall’influente sezione “trending” del social network (per ora disponibile solo nei paesi di lingua inglese) molte notizie pubblicate da testate “di destra” o di potenziale interesse per i lettori di orientamento conservatore. La bomba è stata...
Parlare di intelligenza? È politicamente scorretto...
Il nome di Charles Murray provoca da sempre reazioni forti nel dibattito scientifico e politico statunitense. “Losing Ground” (1984), scritto in piena rivoluzione reaganiana per analizzare gli effetti del welfare sulla società americana, ha spaccato esattamente a metà accademici e commentatori. La tesi centrale del libro – quella che in seguito sarebbe diventata la “Legge di Murray” – è che ogni programma di welfare è condannato ad avere conseguenze negative sulla società, danneggiando in particolar modo le categorie di persone che si vorrebbero aiutare. Ma “Losing Ground” non è un testo di filosofia o un pamphlet politico, bensì un...
Apple, 40 anni vissuti pericolosamente
L’idea, lo sviluppo, il crollo, la rinascita, il mito. Chi crede a un destino lineare, a una storia che procede spedita verso il proprio orizzonte ineluttabile, da quarant’anni deve fare i conti con Apple. Perché poche imprese, nel corso delle vicende umane, hanno conosciuto un andamento tanto contorto, imprevedibile ed entusiasmante come quello della società creata il 1° aprile del 1976 a Cupertino, in California, da Steve Jobs, Steve Wozniak e Ronald Wayne. Partiamo proprio da Wayne, il “fondatore dimenticato”, che deve rappresentare il voto decisivo in caso di contrasti tra Jobs e Wozniak ma che, appena ricevuta la commessa per la...
Il futuro della Nasa...
Dal diario di Robert H. Goddard: «17 marzo, 1926. Il primo volo di un razzo alimentato da propellente liquido si è svolto ieri alla fattoria di Zia Effie a Auburn, in Massachusetts. Il razzo non è partito immediatamente, ma una grande quantità di fiamme ha dato vita a un ruggito sordo e...
L’ultima chance del fronte anti-Trump?
Stanotte (ora italiana), si conosceranno i risultati del cosiddetto SuperTuesday delle primarie statunitensi. In campo democratico il risultato sembra scontato. In Alabama, Arkansas, Georgia, Tennessee, Texas e Virginia la Clinton viaggia con vantaggi in doppia cifra nei sondaggi, spinta dalla mobilitazione della comunità afro-americana che, soprattutto negli stati del Sud, rappresenta la maggioranza assoluta dell’elettorato democratico alle primarie. Bernie Sanders sembra poter reggere botta solo in Massachusetts, Vermont e Minnesota (stati con una percentuale irrisoria di elettori di colore) e forse nei caucus del Colorado. Ma da domani...
GOP 2016. Le pagelle del decimo dibattito (TX)
MARCO RUBIO – 8 Dopo il meltdown del dibattito in New Hampshire, Rubio ha sfoderato le sue due migliori prestazioni televisive di questo ciclo elettorale. E la performance del senatore junior della Florida all’Università di Houston, trasmessa da CNN e Telemundo, è probabilmente la sua migliore di sempre. Delizioso lo scambio di battute con il quale è riuscito a ribaltare contro Trump una sua presunta debolezza (R:«Sounds like you’re repeating yourself»; T:«I saw you in a debate a couple weeks ago repeat yourself five times»; R:«I saw you repeat yourself five times five seconds ago!»). Particolarmente efficaci i suoi attacchi al...
Parole in libertà
Se oggi pomeriggio non avete niente di meglio da fare (e siete a Roma), fate un salto in centro – a Piazza Augusto Imperatore, 4 – per la presentazione di “Parole in Libertà”. Rete Liberale, in collaborazione con l’associazione culturale Il dito...
GOP 2016. Le pagelle del nono dibattito (SC)
JEB BUSH – 7,5. Il miglior dibattito finora, per l’ex governatore della Florida. Preparato, concentrato, perfino tagliente in un paio d’occasioni. Le primarie in South Carolina sono forse la sua ultima speranza per emergere come il candidato più competitivo nell’establishment lane e questa ottima performance potrebbe essere arrivata troppo tardi, ma davanti alle telecamere di CBS News Jeb è finalmente riuscito a manifestarsi come uno degli anti-Trump più credibili. Particolarmente impressionante lo scambio con The Donald in cui difende, senza perdere mai la calma, la dinastia di cui porta il cognome. L’unico problema, per Bush, è che – oltre a una sua buona prova, che è oggettivamente a
Palmetto Polls
Mentre a livello nazionale, nelle ultime settimane, lo status di frontrunner di Donald Trump sembra essersi leggermente incrinato (nel grafico qui sotto l’andamento della media dei sondaggi nell’ultimo anno), l’ultima rilevazione statistica sulle primarie repubblicane in...
GOP 2016. Le pagelle dell’ottavo dibattito (...
CHRIS CHRISTIE – 7,5* – Il governatore del New Jersey è salito sul palco del dibattito organizzato da ABC News con un solo obiettivo: distruggere Marco Rubio. Una strategia sensata, perché un buon risultato in New Hampshire è probabilmente la sua unica possibilità per sperare di invertire una lenta marcia verso l’anonimato. E il momentum di Rubio post-Iowa rischiava di compromettere ogni sua residua speranza di risollevare i numeri anemici dei sondaggi. Missione compiuta, ma a quale costo? Se Christie riuscirà a piazzarsi immediatamente dietro a Trump nel Granite State, il suo sarà stato un gamble vincente. In caso contrario, il governatore sarà ricordato come il repubblicano che – dopo aver abbracciato Obama nel 2012 – è anche riuscito a fare fuori la migliore speranza del GOP per novembre. (* Due voti in meno in caso di piazzamento peggiore del secondo posto in New Hampshire).
Bill Buckley: l’uomo che (ri)creò la Destra
Brillante e carismatico erede di una ricca famiglia di petrolieri, Bill Buckley poteva essere chiunque. Artista, playboy o skipper. Invece sceglie di diventare «il San Paolo della destra americana». Come scrive lo storico Lee Edwards (autore dell’imperdibile “The Conservative Revolution: The Movement That Remade America”) – William F. Buckley Jr. trascorre gran parte della propria vita «perlustrando gli Stati Uniti in cerca di proseliti per la causa conservatrice, combattendo la “guerra giusta” contro gli eretici liberal, consapevole che l’impresa non potesse mai considerarsi conclusa, neppure con l’avvento della presidenza Reagan».